Sulla
porta della Certosa di Serra vi è un affresco che riporta una citazione del
profeta Isaia: “Aprite
le porte, ed entri la gente giusta che osserva ogni lealtà”(Is. 26,2). È un invito forte quello che ci viene
rivolto dal profeta: ripensare alla nostra intera esistenza accogliendo la
bellezza della nostra fede e trovare il coraggio e la forza di vivere secondo
il Vangelo la nostra quotidianità. Vivere la radicalità evangelica, dunque, non
è semplice compito di chi sceglie di consacrare se stessi al Signore, ma è
compito di ogni cristiano che è chiamato a fondare la propria vita sulla Verità
che è Gesù Cristo.
San
Bruno, fa una scelta di vita radicale, vissuta gioiosamente fino all'incontro
definitivo con suo Signore; Dio è essenzialmente Bontà. “O Bonitas!” ripeteva spesso durante le sue giornate per far
crescere in lui la certezza e la consapevolezza che il Signore ci vuole bene,
si prende cura di noi: così come siamo, nella situazione concreta in cui ci troviamo,
ci ama uno a uno senza riserve disponendo sempre tutto per il nostro bene.
Quanto
bisogno ha l’uomo di oggi, ciascuno di noi, di questa consapevolezza! Se Dio è
buono, non vuole il nostro male, ha creato tutto buono e ci offre cose belle perché
noi dobbiamo cadere nel pessimismo cronico che ci fa sempre giudicare e
condannare noi stessi, gli altri e tutto ciò che ci circonda?
Siamo chiamati ad accogliere la Paternità divina che
spinge Dio a circondare di un amore misericordioso tutti gli uomini, ad amarli
e a essere fedele alle promesse che gli ha rivelato.
“Stat Crux dum volvitur orbis” è il motto dei certosini che
quotidianamente fanno memoria che la Croce di
Cristo è il punto fermo, in mezzo ai mutamenti e agli sconvolgimenti del mondo.
Riconoscere la Croce come punto fermo della nostra vita significa,
innanzitutto, avere la consapevolezza che la creatura umana si
realizza solo in Dio. Siamo chiamati, dunque, a lasciarci afferrare totalmente
da Cristo, per vivere come Lui nelle condizioni più ordinarie della vita.
Lasciarsi
afferrare da Cristo significa accogliere la logica del
crocefisso e quindi della sua Misericordia che ci aiuta a contemplare e
interpretare la nostra vita e le vicende che si susseguono davanti a noi con
gli stessi occhi di Dio.
Comprendersi
secondo la logica della Croce significa partire dalla consapevolezza che Dio è Padre, ha creato gli uomini e non volterà le spalle alle
Sue creature. Il Padre non valuta le persone sulla base del loro merito o
valore, ma semplicemente riconoscendole come sue creature e come i suoi figli. Gesù viene a svelare il vero volto di Dio, il volto
del Padre Misericordioso che guarda con occhi colmi d’amore gli uomini, suoi
figli. Un Dio che svela la sua immensa misericordia entrando in relazione con
noi. Gesù è il vero volto di Dio. Il Padre vuole essere amato per ciò che è con
libertà e gioia.
Nella sua esperienza di solitudine e silenzio,
Bruno, avverte la grandezza di questa Misericordia. La preghiera è il mezzo per
comunicare con Dio e cogliere la grandezza del Suo amore per ciascuno di noi; il
silenzio orante ci permette di stare con Lui e davanti al suo cuore di Padre.
La testimonianza di San Bruno a
scegliere Cristo con sincerità, gioia e radicalità, fondando in Lui la nostra
vita: questa scelta ci guiderà a fare esperienza vera e profonda della Misericordia
di Dio per ciascuno di noi, affinché possiamo rinnovarci profondamente, cogliendo
la bellezza che dei nostri doni e delle nostre capacità che solo in Cristo
porteranno frutti di pace e serenità alla nostra esistenza.
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